Facciamo nostre le parole di Gianfranco Pagliarulo Presidente nazionale ANPI “È scomparso Papa Francesco, un gigante di umanità, di umiltà, di speranza. Ci ha lasciato con le sue parole di ieri, evocando la pace e condannando il riarmo.
Francesco aveva impresso una svolta profondissima nel suo magistero riportandolo alle origini dell’insegnamento cristiano, per una chiesa dei popoli e degli ultimi, per i popoli e per gli ultimi, e restituendo così valore e dignità alla persona umana. Dalle encicliche alle sue parole ai suoi comportamenti quotidiani, Francesco non si è mai stancato di disegnare un mondo di fratelli, di cura dell’altro, di promozione del dono, di tutela del bene comune, di ecologia della vita. Come affermò prima del Conclave, “la Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e andare verso le periferie”. Francesco ha denunciato la tragica assurdità della guerra e la precipitazione del mondo verso l’abisso del terzo conflitto mondiale a pezzi. La sua scomparsa è una perdita pesantissima per tutta l’umanità”.
Coprire con il lutto il 25 aprile è stato l’ennesimo sfregio alla memoria di Francesco. La festa della liberazione altro non è che un abbraccio collettivo sulle ali della nostra storia.
Nella nostra memoria restano invece le parole che Francesco pronunciò all’incontro con l’associazione cattolica a Piazza san Pietro il 25 aprile dello scorso anno dal titolo: “BRACCIA APERTE”.
Oggi l’abbraccio che manca e che esprimete in modo così festoso non è sempre accolto con favore nel nostro mondo: a volte incontra chiusure , a volte incontra resistenze, per cui le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto, di contrapposizione, anche violenta a volte, un segno di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto. Quando l’abbraccio si trasforma in un pugno è molto pericoloso. All’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o abbracci rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni, sospetti, fino a vedere l’altro un nemico. E tutto ciò purtroppo, in questi giorni, è sotto i nostri occhi, in troppe parti del mondo! Con la vostra presenza e con il vostro lavoro, invece, voi potete testimoniare a tutti che la via dell’abbraccio è la via della vita.