Di nuovo la bicicletta che ci suggerisce il nuovo irrealismo quotidiano. Le strade corrono e si riannodano in continuazione ma neppure la voce di un bimbo qualsiasi sa sciogliere quell’incantesimo maledetto che ci costringe a vivere uno a fianco all’altro ma al tempo stesso distanti anni luce da quel sorso di sorriso che ci manca al mattino e che la sera non cerchiamo più. La bicicletta è quella di Glovo che “dona” ai rider il bonus per l’emergenza caldo: venti centesimi in più per lavorare con temperature fino a 40 gradi. «Per una temperatura compresa tra i 32°C e i 36°C, si riceverà un bonus del 2%». Ma non basta: se il termometro si alza, aumenta la promessa di guadagno. «Tra i 36°C e i 40°C, il premio è del 4%». E se il caldo – da bollino rosso in tutta Europa durante questi giorni – supera i «40°C, si vincerà l’8%!».Chi non ricorda che nel 2020, un sindacato di “fattorini” denunciò Glovo per la mancanza di misure di protezione durante la pandemia di COVID-19.
Oggi nessuno telegiornale ricorderà mai questa notizia. Il lavoro, la sofferenza come i dazi quotidiani non hanno una borsa dell’anima, confondono le lacrime con il sudore della fronte. E noi, per tutta risposta, con lo sguardo rivolto all’indietro, continuiamo a correre veloci verso una cena od un pranzo che nessuno sogna e nemmeno vuole più.
Una volta c’era il neorealismo che fece dire a Vittorio De Sica che nel suo Ladri di biciclette egli voleva rintracciare il drammatico nelle situazioni quotidiane, il meraviglioso nella piccola cronaca.
Oggi miseramente la vergogna che ci avvolge ha persino squagliato persino le biciclette.