La CGIL su Rossana Rossanda

Il ricordo di Maurizio Landini sulla morte di Rossana Rossanda apparso solo oggi sul Manifesto non fuga le nostre perplessità sul ritardo con cui la Cgil ha manifestato il proprio pensiero al riguardo.

Né sul proprio sito né in alcun comunicato interno si è ritenuto sinora d’intervenire doverosamente in memoria di una grande esponente del movimento delle donne, di una colonna portante del processo d’emancipazione della sinistra, di una figura di altissimo spessore culturale e questo nonostante la vasta eco internazionale suscitata dalla sua scomparsa.

Noi da parte nostra restiamo convinti che l’intelligenza di Rossana abbia attraversato non solo il “secolo scorso” ma contribuito ad illuminare le responsabilità che Landini imputa solamente alla cattiva politica.

La cattiva politica non è un frutto ermafrodito di cui solo le classi dominanti hanno un esclusivo profilo di responsabilità ma piuttosto sono il risultato, la sintesi di tutti gli attori in gioco sulla scena sociale.

I sindacati ed in primis la CGIL non possono sentirsi estranei alla deriva che ha trascinato il mondo del lavoro su un versante cieco e senza sbocchi.

Ce lo racconta ogni giorno l’epidemia da Covid 19 che ha invaso il nostro pianeta.

Le questioni rilevanti sono naturalmente quelle legate al divario occupazionale tra donne e uomini, sia in termini di presenza sul mercato del lavoro, sia in termini di salario e presenza nelle posizioni apicali, oltre che, più in generale, in termini di ripercussioni sulla qualità della vita.

Accanto a questa questione c’è inoltre il drammatico problema della violenza domestica, un aspetto a rischio di aumento in relazione alle misure di contenimento della pandemia.

Nonostante in molti settori le donne siano presenti con una competenza evidente, paradossalmente la difficoltà ad essere visibili è stata solo parzialmente ridimensionata come ci ricorda la Professoressa Chiara Ghisleri docente di Psicologia del Lavoro al Dipartimento di Psicologia e Presidente del CUG, il Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Torino

“I meccanismi sono sempre gli stessi, anzitutto il meccanismo della staffetta: nei ruoli di vertice prevalgono uomini che tendono a scegliere uomini”.

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Non c’è mai stata tanta ineguaglianza nella storia. Però si passa sopra tutto questo, non importa. È stato assorbito anche dai giovani il bisogno di abolire il conflitto, come se lo scontro sociale fosse una roba del secolo scorso (…) Sento il bisogno di chiedere un ritorno al conflitto di classe.

Rossana Rossanda

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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