Near Death Experience

Near Death Experience


di Marco Banchieri


Chi mi conosce sa che ho alcuni interessi molto forti. Il principale di questi è l’informatica. Questo interesse nasce inizialmente per pigrizia. Mi spiego meglio. Spesso, quando si lavora con dei files sul pc si eseguono le stesse operazioni numerose volte e tutte uguali, anche se su files diversi. Allora si inizia a studiare dei modi per automatizzare questi lavori e mi è capitato di lavorare alcune ore per automatizzare un procedimento di pochi minuti. Il vantaggio è che questo procedimento veniva risparmiato decine di volte se non centinaia e quindi il tempo risparmiato infine era notevole.
Ma non volevo parlare di questo. Esiste un altro argomento che mi interessa molto e che è completamente diverso dal precedente e probabilmente vi stupirà. Questo argomento è il NDE. Questo è un acronimo (sigla) che significa Near Deadth Exprerience (Esperienza vicina alla morte).. On line si trovano tante testimonianze di persone che sono state dichiarate morte per un certo tempo, da alcuni minuti ad alcune ore, e che dopo si sono risvegliate in modo totalmente inspiegabile.
Devo dire che i miei sentimenti riguardo questo fenemeno è combattuto tra diversi fronti. Il primo di questo è il concetto basilare che l’unica cosa veramente definitiva è la morte, quindi, se uno è clinicamente morto anche con elettroencefalogramma piatto e poi si risveglia, viene da pensare che esiste una fase intermedia tra le due fasi di vita e non vita. Coloro che raccontano le loro esperienze narrano quasi tutte avvenimenti simili. Vedono qualcosa che si separa dal proprio corpo che rimane a terra ed improvvisamente avvertono un senso di pace e di tranquillità, di rassegnazione al fatto che sono morti, come se non gli importasse. Poi quasi sempre vedono un tunnel con una luce molto forte verso il quale si incamminano (se così si può dire) ed alla base di questa luce vi è quello che può essere definito Dio o, da alcuni, Gesù. Quasi sempre, però, questo essere di luce dice al nostro soggetto che ancora non è il suo momento e questi viene reinserito quasi a forza nel proprio corpo che si rianima. Qualcuno narra di essere morto per quasi un’ora e, al momento del risveglio i medici dichiararono che la mancanza di ossigeno al cervello avrebbe creato dei problemi neurovegetativi al paziente. Invece questi si risveglia quasi fresco come una rosa e perfettamente cosciente.
Questo ha dell’incredibile e spero che la scienza e la medicina presto possano spiegare questo fenomeno.
Esiste, però, un particolare che mi fa ritenere questo fenomeno se non reale, almeno possibile. Gli eventi raccontati sono stati fatti da persone di varie nazionalità, religioni, culture e credenze. Ma tutti, più o meno, raccontano esperienze simili. Il tunnel, la luce, ecc. Se questi racconti fossero generati dalla mente della persona (non so come se l’elettroencefalogramma era piatto) avrebbe dovuto essere diverso a seconda delle credenze religiose proprie, invece sono tutte molto, ma molto simili.
Onestamente non so se credere a queste storie, certo mi piacerebbe se il passaggio all’altra vita fosse così piacevole come viene descritto da queste persone. Voi cosa ne pensate ?

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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