Dall’automazione della società alla società automatizzata (seconda parte)

 a cura di Ugo Balzametti

 

Come incide la cultura digitale

Il popolo digitale è tecnologicamente disinibito e il più delle volte non è consapevole di trovarsi  immerso in una dimensione globale che, tramite la macchina digitale, gli fornisce sempre nuovi servizi, con l’obiettivo di soddisfare il suo benessere. Le informazioni sono tante, ma la gente comune non ha gli strumenti idonei per una loro utile selezione.    

Innegabili sono stati e sono i progressi nel campo della salute che consentono oggi di fronteggiare le epidemie o le malattie rare, successi sono stati realizzati con l’automatizzazione di attività produttive pericolose per i lavoratori o la possibilità di produrre energia senza causare danni all’ambiente. 

Ugualmente l’utilizzo delle tecniche digitali hanno trovato soluzioni applicative positive anche in settori economici importanti come l’agricoltura, la manifatturiera, la difesa.

Tuttavia c’è anche un’altra faccia della medaglia, più reale, che minaccia i ceti più poveri che rischiano di essere collocati ai margini della società.

 Larga parte della conoscenza scientifica e delle informazioni, raccolte attraverso la rete, sono utilizzate da un numero limitato di aziende private che operano in posizione di monopolio con altissimi rendimenti. 

In questo modo, nel tempo, si è andata affermando una cultura opaca che attraverso la compra-vendita delle informazione veicolano, in modo non controllato, i punti di vista  dei loro creatori e finanziatori , due su tutti: massificare il  profitto e ridurre la complessità umana ad un numero limitato di categorie.  

Ricerche recenti sulla tecnica digitale ci dicono che questi sistemi contribuiscono a considerare la povertà come una sorta di colpa, impedendo ai cittadini di far valere i propri diritti attraverso la creazione di cavilli burocratici. I poveri devono dimostrare il non funzionamento del sistema  e si trovano a dover competere con  giganti che li sovrastano.

L’ideologia neoliberista ha indebolito la sfera pubblica, lasciando fossero i grandi gruppi monopolistici privati a fare le scelte decisive, da cui  è derivata una straordinaria concentrazione di potere e di ricchezza e un incremento delle povertà.  

Negli USA in alcuni Stati i poveri  e i lavoratori a basso reddito sono schedati e non hanno alcuna tutela della  loro privacy  o dei propri dati personali, e si adottano procedure digitali che li confinano in degli spazi definiti, onde cancellarne la vista  

E’ stato verificato che molte richieste di aiuti sanitari, alimentari, economici sono state negate a causa di sistemi informatici inaffidabili, non validi. L’adozione di sistemi digitali di selezione della platea dei beneficiari delle misure di welfare, sostenuta da logiche neoliberiste come antidoto all’inefficienze agli sprechi, ha avuto conseguenze pesanti sulla vita di cittadini più poveri e socialmente esclusi.

Di conseguenza , anche alla luce  della rapida  e pervasiva diffusione delle tecniche intelligenti, si pone con forza l’esigenza di ricercare un loro uso responsabile, non per un pre-giudizio, ma per poterli impiegare meglio e con maggior controllo.

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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