LETTERA APERTA ALLA CGIL E AL PD

Care compagne e cari compagni,

 nel 1969 un inarrestabile movimento di protesta e di lotte operaie, bracciantili e studentesche, metteva in crisi un modello politico ed economico  fondato sul dominio di classe, sul moderatismo rivendicativo, sul controllo sociale, sul tatticismo parlamentare.

L’Italia cambiò.

Le conquiste prodotte dalle lotte sancirono in modo indiscutibile il valore del lavoro e la centralità delle lavoratrici e dei lavoratori nella società. 

La scuola, l’università cessarono di essere strumenti di selezione di classe. Le facoltà furono rese accessibili a tutti, fu creata la scuola materna statale, abolite le gabbie salariali, riconosciuti i diritti di assemblea e i consigli di fabbrica, istituita la scala mobile sulle pensioni. I contratti chiusi videro cospicui incrementi salariali, riduzioni di orario, diritti d’  intervento sull’organizzazione del lavoro.

Lo Statuto dei Lavoratori prese forma e consistenza, mentre il femminismo fornì un contributo formidabile per affermare la laicità dello Stato, porre la parità di genere come questione fondamentale in materia di diritti.

Ancora una volta la priorità e l’autonomia del sociale, lo sviluppo delle forze produttive travolgevano aguzzi steccati, paternalismi dispotici,  il conservatorismo reazionario.

Oggi, il dominio incontrastato del liberismo e del mercato, la globalizzazione senza regole e controlli, il collasso delle classi sociali, l’atomizzazione della società, l’ egoistica parcellizzazione degli interessi hanno disgregato ogni forma di identità sociale, accentuato in modo intollerabile le disuguaglianze, ridotti gli spazi di libertà.

Il razzismo, il rancore aggressivo verso ogni forma di diversità è un sentire diffuso, giustificato, compreso, sollecitato.

Stipendi, pensioni, salari hanno ceduto grandi quote di ricchezza e sono largamente insufficienti rispetto ai bisogni. Disoccupazione e precarietà sono diventati un binomio strutturale e minano il presente negando la speranza alle nuove generazioni.

Abbiamo sulle nostre spalle un’immensa responsabilità: innescare il cambiamento, dare voce, cittadinanza e rappresentanza al malessere e alla disperazione, fornire risposte efficaci e risolutive a chi anela giustizia ed equità, riannodare i fili della solidarietà, essere consapevoli che questo e solo questo è il tempo dell’opportunità, dimostrare che un nuovo mondo è possibile.

E’ ora di iniziare, senza paure, senza conformismi, senza tartufismi, senza soggezioni.

E’ ora, come canta Springsteen,  che chi è nato born to run, riprenda il cammino.

E’ ora che i valori fondativi e identitari della CGIL e della sinistra, declinati senza se e senza ma, lastrichino la strada per il futuro.

Una domanda dovrebbe interrogare le nostre coscienze dinanzi a questo governo e ai suoi provvedimenti .” Se non ora, quando ? “.

E’ solo nostra la responsabilità perchè il domani non trovi dei naufraghi, ma donne e uomini forti e consapevoli in marcia per cambiare lo stato delle cose.

Mimmo Moccia

Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza.

Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo.

Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.
[da L’Ordine Nuovo, anno I, n. 1, 1° maggio 1919]

Antonio Gramsci

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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