La nave dei folli

Continua la navigazione di SriReset verso la meta del 25 settembre.

Nel programma di Giorgia “Pronti a risollevare l’Italia” ci ha incuriosito quanto contenuto nel capitolo 13.

Cultura e bellezza, il nostro Rinascimento
Creazione di un nuovo immaginario italiano anche promuovendo, in particolare nelle scuole, la storia dei grandi d’Italia e le rievocazioni storiche. Valorizzazione del Giubileo 2025 e di Roma Capitale della Cristianità.

Pieter Bruegel il Vecchio nel suo lungo viaggio a Roma ci lasciò anche un disegno della Ripa Grande dopo aver ammirato i capolavori di Michelangelo.

A noi piace invece ricordare un quadro dal titolo curioso: Greta la pazza (Dulle Griet), un dipinto a olio su tavola  datato 1561 e conservato nel Museo Mayer van den Bergh di Anversa.
Il dipinto rappresenta Greta la pazza, personificazione della strega, armata di spada, di corazza, di guanto metallico e di un elmo che si prepara all’assalto dell’inferno: un monito per quanti insistono nel vizio al punto da perdere la ragione. La donna stringe sotto il braccio un piccolo forziere con il bottino e regge due panieri e una sacca contenente coppe, padelle, un coltello e una cinghia. Bruegel la rappresenta al centro del dipinto, mentre si dirige armata verso la bocca antropomorfa dell’Inferno con un bottino. Attorno a lei l’artista ritrae scene di distruzione in una città, conseguenza della sua folle corsa, del suo diabolico passaggio;
Una delle chiavi di lettura è proprio quella alchemica, la pseudo-scienza dell’epoca con cui si cercava di arricchirsi producendo oro, di curare le malattie e prolungare la vita. Oggetti sparsi nel dipinto nascondono simboli precisi, riconoscibili solo dalle élite, oggi per noi difficilmente identificabili, inseriti e nascosti nell’umanità scanzonata e sgangherata del popolo
Sicuramente una delle interpretazioni più interessanti, di carattere generale, è quella della rappresentazione della follia, che rende Greta la pazza il seguito, la coda di un’opera come La Nave dei folli di Hieronymus Bosch.

Ci piace pensare alle opere dei maestri del passato come specchi dove il presente si riflette e in qualche modo si svela. E’ per questo che la “vera” arte è sempre attuale e contemporanea.

Speriamo che il Giubileo 2025 non lo dimentichi.

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
Questa voce è stata pubblicata in Comunità sociale. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento