La farfalla australiana

“Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”…

Pochi sanno che in Australia vive una particolare specie di farfalla capace con un semplice battito d’ali di mettere a nudo le fragilità di un colosso finanziario da 57 miliardi di dollari.

REST è il nome del fondo pensionistico industriale australiano che gestisce questo immenso patrimonio raccolto tra 1,7 milioni di aderenti presenti dentro un’industria che vale 2,6 trilioni di dollari.

Mark McVeigh è il nome della farfalla che ha provocato questo primo uragano.

Siamo nell’agosto 2017 quando Mark, allora studente di ecologia di 22 anni di Brisbane, chiese per la prima volta informazioni al suo fondo pensione, REST per l’appunto, sulle effettive modalità  con cui  venivano gestiti i rischi finanziari causati dai cambiamenti climatici.

Le risposte non arrivarono e così Mark per tutta risposta, l’anno dopo apri una causa contro Rest accusandola di aver violato il Corporations Act 2001 che, ricordiamolo rappresenta la primaria fonte legislativa di diritto societario australiano.

L’atto d’accusa principale fu quello di non aver fornito notizie relative ai rischi aziendali legati ai cambiamenti climatici e neppure gli eventuali piani di contrasto. 

Il caso è finito così dinanzi alla Corte Federale dell’Australia.

Mark si ricordò anche in quel momento di avere un solido alleato ovvero, l’Australian Prudential Regulation Authority (APRA).

L’Australian Prudential Regulation Authority (APRA) è l’autorità di regolamentazione prudenziale del settore dei servizi finanziari. Supervisiona banche, unioni di credito, compagnie di assicurazione e fondi pensione.

Infatti già nel febbraio del 2017  Geoff Summerhayes membro esecutivo di APRA affermò pubblicamente che gli amministratori della società che non riescono a considerare e divulgare adeguatamente i prevedibili rischi legati al clima per la loro attività possono essere ritenuti personalmente responsabili per la violazione dei loro obblighi legali di diligenza.

Poi Mark incontrò gli avvocati di Equity Generation Lawyers autentici specialisti in diritto australiano sui cambiamenti climatici. In pratica 8 studenti provenienti da tutta l’Australia esperti nella comprensione degli impatti fisici e di transizione dei cambiamenti climatici.

Così cominciò la battaglia legale.

Il 2 novembre 2020 David Barnden, capo del team legale di Environmental Justice  alla fine costringe alla resa il fondo REST dopo due anni di contese giudiziarie.

Qui il testo dove REST ribadisce che ‘il cambiamento climatico è un rischio finanziario materiale, diretto e attuale per il fondo pensione e  in qualità di fiduciario considera l’importanza di identificare e gestire attivamente questi problemi. 

Inoltre, Rest si impegna d’ora in poi ad allineare il suo portafoglio all’obiettivo di zero emissioni entro il 2050 rendendosi disponibile a riferire le proprie azioni alla  Task Force on Climate-related Financial Disclosures ( TFCD ). 

Il fondo australiano condurrà inoltre un’analisi dello scenario per informare la sua strategia di investimento e l’asset allocation strategica, rivelando perfino le sue partecipazioni in portafoglio con tanto di inviti rivolti alle società partecipate a rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

Il nostro blog è nato proprio per dare voce e pensiero a queste battaglie. 

E’ innegabile che questo risultato dovrebbe rappresentare un cambiamento significativo nella volontà del mercato di affrontare il rischio climatico, un cambiamento che potrebbe costituire un chiaro precedente per l’industria in Australia e anche per i fondi pensione in tutto il mondo.

A quando una farfalla italiana

 

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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