Il Consorzio europeo per la difesa e il piano rinnovato per la politica energetica: un’opportunità per l’UE

​La prima e unica rete in Italia di giovani professionisti e studenti CSR addicted.
Nata nel 2015, oggi conta circa 600 membri e ha l’obiettivo di diffondere la cultura della sostenibilità.

Questo è il post di Manfredi, che vi invitiamo a leggere.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha portato l’UE ad agire in modo coerente e unito. Il consorzio di capacità di approvvigionamento congiunto della Difesa europea (EDCC) e il piano rinnovato della politica energetica (RePowerEU) sono diventati i tratti distintivi del mandato finale della Commissione di Von der Leyen. Gli Stati membri degli Stati Uniti hanno dimostrato la loro efficacia, nonostante l’attuale processo decisionale stia restringendo lo spazio dell’UE per la manovra.

Il 2022 è l’anno che segna la Conferenza sul futuro dell’Europa e tutte le politiche sospese sono sul punto di essere trasformate. La guerra in Ucraina, tuttavia, ha esortato gli Stati membri a rilanciare due aree politiche specifiche: Energia e Difesa.

Nonostante il tragico esito della guerra ai confini orientali dell’Europa, gli europei hanno agito in modo coeso, sottolineando l’importanza di stare saldamente uniti. In primo luogo, abbiamo visto quanto rapidamente gli Stati membri si siano riuniti per mettere in atto sanzioni. Poi, abbiamo osservato un rapido cambiamento di politica in materia di energia, forse il piano più ambizioso dalla Comunità europea del carbone e dell’acciaio: RePowerEU [1]. Un piano che vede gli Stati membri mettere in comune le risorse energetiche per dare una risposta ferma alle ritorsioni del petrolio e del gas della Russia. Il piano preserverà le priorità della Commissione verso la neutralità del carbonio, rimodellando progressivamente la dipendenza dell’UE dai prodotti di base della Russia. Ma, soprattutto, gli Stati membri mettano in comune le loro risorse per raggiungere questo obiettivo. Una lezione del passato per un domani migliore. E si adatta perfettamente alla prevista Conferenza sul futuro della corrente federalista dell’Europa.

Va considerato che le organizzazioni internazionali faranno indubbiamente pressione sulle capacità di difesa degli Stati membri dell’UE in tre modi nel prossimo trimestre. In primo luogo, l’UE sta per emettere un quadro di obbligazioni per scopi generali per sostenere la catena di approvvigionamento degli armamenti verso l’Ucraina. Questi programmi di emissione di debito devono essere visti come se l’UE dovesse emettere obbligazioni di mantenimento della pace per le società della difesa e dell’aerospaziale, i cui azionisti di controllo si trovano principalmente negli Stati membri (ad es. Leonardo e Fincantieri in Italia, Thales e Airbus in Francia). Inoltre, gli alleati europei della NATO spingeranno la % della spesa per la difesa del PIL dall’importo attuale all’obiettivo richiesto dalla NATO (cioè il 2% del PIL) [2]. Infine, l’UE lancerà un ecosistema di appalti pubblici per mettere in comune le capacità di armamento degli Stati membri: l’European Defence Capability Consortium (EDCC) [3]. La premessa deve essere “investire insieme, meglio e in Europa” – come recentemente evidenziato dal Commissario Thierry Breton [4]. Tutti questi elementi messi insieme rischiano di aumentare la politica europea di sicurezza e difesa. L’UE sta stanziando 500 milioni di euro per i prossimi due anni all’EDCC, attraverso il quale gli Stati membri procureranno congiuntamente i loro armamenti.

Anche se l’UE richiede uno sforzo di difesa congiunto, le principali società aerospaziali e di difesa europee saranno sotto monitoraggio a causa di dibattiti pubblici e istituzionali per motivi etici. L’agenzia di rating di sostenibilità indipendente, Standard Ethics, ha recentemente espresso la sua opinione sulle prospettive di sostenibilità dell’industria aerospaziale e della difesa. Le società di difesa sono state sul radar dell’agenzia di rating per la sostenibilità: da un lato, l’Agenzia ha invitato il mercato a riflettere su come queste aziende potrebbero allinearsi con gli standard internazionali di sostenibilità in quanto inevitabilmente faranno sempre più profitti nei prossimi anni. D’altra parte, Standard Ethics ha invitato il mercato a rivedere le strategie SRI, come le esclusioni settoriali, data la nuova agenda delle organizzazioni internazionali [5].

Gli ultimi mesi ci hanno insegnato una lezione molto importante in cui l’energia e la difesa andranno mano nella mano. All’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, c’era una confusione generale tra etica e sostenibilità. Ora, dobbiamo essere consapevoli che le esclusioni etiche non sono più sostenibili. La scelta strategica che l’UE sta facendo per le generazioni future si basa sulla capacità del mercato unico di finanziare questi piani. Senza una politica comune di sicurezza e difesa coesa, l’UE non troverà il suo spazio tardivo nell’ordine internazionale e la sua crescente domanda di mantenimento della pace non può essere garantita. Senza un mercato unico per l’energia, le generazioni future mancano di luce, calore ed energia pulita.

È con la massima fiducia che osserviamo gli sviluppi politici delle ultime settimane, concludendo che l’energia e la difesa insieme sono inclini a rendere l’UE una superpotenza indipendente. Essi alleaneranno l’UE all’alleanza transatlantica, allontanandola formalmente dalla Cina allo stesso tempo. L’unico ostacolo per ottenere un risultato migliore è la conferma di un voto a maggioranza qualificata per tutte le procedure decisionali all’interno del Consiglio europeo. Se questo ostacolo non viene eliminato, continueremo a vedere come un singolo Stato membro possa facilmente opporsi al progresso di un’Europa prospera e ambiziosa.

Di Manfredi Morello

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
Questa voce è stata pubblicata in Comunità sociale, Libero Ambiente. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento