Arshak Makichyan è un giovane attivista per il clima e contro la guerra con sede in Russia, originario dell’Armenia.
Fino al suo arresto nel dicembre 2019, ha organizzato uno sciopero scolastico individuale per il clima ogni venerdì in piazza Pushkin , Mosca , per più di 40 settimane.
In Russia, le proteste individuali sono legali, ma qualsiasi cosa più grande richiede il permesso della polizia.
Ha ispirato altri in tutta la Russia a prendere parte allo sciopero scolastico per il clima, compresi altri picchetti a Mosca. Nel dicembre 2019 è stato incarcerato per sei giorni, ore dopo essere tornato da Madrid, in Spagna, dove ha parlato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2019 (COP 25).
Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, ha ampliato le sue proteste, scrivendo “Sono contro la guerra” su dozzine di adesivi sul clima, poiché non è stato in grado di trovare un negozio che stampasse la parola “guerra”.
Makichyan era un social media manager, fino a quando il suo lavoro “ha cessato di esistere” dopo che l’invasione russa dell’Ucraina ha portato al blocco dei siti web in Russia.
Oggi la sua battaglia continua insieme ad una ventina di attivisti russi che stanno cercando di portare davanti alla Corte suprema di Mosca il governo di Vladimir Putin, con l’accusa di ignorare la crisi climatica. Si tratta della prima causa sul clima nel Paese e potrebbe anche essere l’ultima a finire davanti alla Corte europea dei Diritti Umani.
La Russia è il quarto Paese nel mondo per emissioni di CO2 e, secondo le previsioni, raggiungerà i 2.212 milioni di tonnellate entro il 2030.
Oggi a due giorni dalle elezioni politiche in Italia, Fridays For Future Italia ha indetto uno sciopero globale per il clima. L’obiettivo è di riportare l’attenzione su un tema fondamentale per la sopravvivenza della vita sul pianeta Terra, la cui importanza è drammaticamente marginale nell’agenda politica nazionale e internazionale.
Gli attivisti chiedono ai leader mondiali di ascoltare le voci dei Mapa (Most affected people and areas) e di trovare soluzioni finanziarie e pragmatiche per risarcire le perdite e i danni subiti dalle comunità più colpite dalla crisi climatica.
Ci ha molto colpito la dichiarazione rilasciata poche ore fa dal Presidente delle Marche Francesco Acquaroli che ha comunicato l’istituzione di una Commissione tecnica “per svolgere un’indagine riguardo la regolarità delle procedure adottate per fronteggiare l’alluvione”.
Forse riusciremo finalmente a capire il perché nella sala operativa della Regione la scatola nera non funzionava da mesi.
Il titolo del capitolo 16 del programma politico di Fratelli d’Italia è: A difesa dell’ambiente e della natura
“Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso”, scriveva Ortega Y Gasset. Amare l’ambiente in cui viviamo non significa solo difenderlo dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento, dalla distruzione della biodiversità: è l’unico modo per salvare noi stessi e i nostri figli dalla scomparsa di tutto ciò che di bello c’è nel mondo e della vita come la conosciamo. Per questo o ci occuperemo dell’ambiente o tutto il resto non conterà.
La cronaca elettorale ci racconta invece che la macchina del voto, con i suoi riti pubblici e le cene e i comizi, non si è arrestata neanche quando ad Arcevia le strade andavano sott’acqua (ore 18.39), a Cantiano il fango seppelliva case (ore 19.30), a Barbara esondava il Misa (ore 20.10).
Nelle stesse ore di giovedì 15 settembre, infatti, a Potenza Picena nel Maceratese il governatore delle Marche Francesco Acquaroli, che per legge è autorità regionale di Protezione civile, si preparava ad accogliere il fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto ad una cena di partito.
Infine a Senigallia l’assessore alla Protezione Civile Stefano Aguzzi attendeva di salire sul palco del cinema Gabbiano per un dibattito con i candidati alle prossime politiche (fonte La Repubblica 20 settembre 2022 )