Un sabato italiano, un sabato monticiano

Sabato scorso. Come direbbe Giacomo Leopardi: questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia, diman tristezza e noia recheran l’ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Il 14 e 15 gennaio si è svolta “l’incredibile festa dell’olio” in questo nostro amato borgo.

Non ancora di nuovo villaggio e comunità ma certamente sulla via giusta,  quella che passa per la ricerca anche dei cosiddetti antichi grandi ulivi patriarchi capaci di restituire nuova linfa e resistenza versus i cambiamenti climatici che ci pervadono. 

Una comunità si ricostruisce anche così: riconoscendo la forza del proprio passato ed il recupero della biodiversità utili al nostro presente.

Proprio per questo ci è sembrato giusto unire l’olio d’oliva e la musica popolare nella riscoperta di questo cammino. Lo abbiamo toccato  da vicino nello splendido concerto che ci hanno regalato Giuliano Gabriele, Lucia Cremonesi e Eduardo Vessella.

Con infinita dolcezza e profonda ricerca hanno saputo trasmettere alla nutrita platea quel pien di speme e gioia che ci indicava il sommo poeta. L’unica nota sfuggita dal pentagramma ci è parsa l’estraneità dei tanti bambini presenti al concerto. Gli stessi bambini che incontriamo spesso nelle trattorie, che rimangono immobili e rapiti dinanzi ad un telefonino, l’altra sera invece si aggiravano in completa asincoronia con quanto proposto da questi mirabili musicisti.

Ecco perchè ci pare giusto che questa festa dell’olio oltre che per la presentazione del marchio De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine, dell’olio monticiano) si debba aprire ad un vero e proprio progetto per la nascita di una scuola  della tradizione musicale e popolare.

Sono ormai numerose le realtà a livello internazionale che dimostrano come l’arte in generale e la musica in particolare siano efficaci nella ricostruzione del tessuto sociale e nel recupero dell'”habitat culturale” di un territorio. Attraverso l’arte si può infatti curare l’anima di un territorio, dare valore alla solidarietà e alla cooperazione, vivere il legame profondo con le proprie identità culturali, creare percorsi occupazionali e sviluppo economico.

Un tempo la musica svolgeva questa sua funzione in modo “Naturale” oggi è necessaria una “Progettualità” che ricostruisca questo legame e lo proietti in una dinamica moderna di “sviluppo” sociale culturale ed economico per il territorio.

Perchè non facciamo sì che la prossima festa dell’olio contenga questa novità capace d’insegnare a quei fanciulli la bellezza della musica che li accompagnerà per tutta la vita.

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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