Per ricominciare: il ciclostile!

Ringrazio Antonio di aver aperto la riflessione sui risultati dei referendum appena conclusi. Ancor prima di affrontare il tema sugli esiti del voto sul lavoro, vorrei tentare di soffermarmi sull’ultimo quesito referendario, ovvero su quello per la cittadinanza.

Riavvolgiamo il nastro. E’sabato siamo in pieno al silenzio pre-elettorale quando le tivvù di tutto il paese si concentrano sul ritrovamento di due corpi, mamma e figlia dentro il parco di villa Panphili.

Secondo le informazioni disponibili sarebbero originarie dell’Europa dell’est. Un efficace titolo di un quotidiano recita oggi “Delitto all’ombra del Cupolone e gli invisibili che nessuno aiuta”. Altro che silenzio elettorale ci pare più appropriato parlare di cecità dell’anima. Eppure a pochi passi dal Casino del Bel Respiro, residenza del Presidente del Consiglio, dove Giorgia Meloni ha ricevuto alcuni mesi fa Re Carlo III, la storia ci narra che lungo quei sentieri, dove sono stati raccolti quei corpi, nel 1849 ci furono cruenti scontri per la difesa della Repubblica Romana, tra le truppe Francesi e quelle Garibaldine.

Oggi forse non abbiamo smarrito l’umanità ma anche dietro quelle siepi la nostra storia.


Quanto ai quesiti referendari sul lavoro la mia riflessione è questa. Nei luoghi di lavoro non si parla più di politica da molto tempo, non ci si confronta su idee e utopie che erano il nostro pane quotidiano.

Quello che Pasolini definiva il paese nel paese, parlando del mondo della sinistra è ormai un luogo deserto e silente. Mi hanno colpito due cose durante la campagna elettorale svolta dalla Cgil (la mia casa da oltre mezzo secolo), la prima osservazione riguarda l’uso smisurato dei social che tanti compagni hanno maneggiato per diffondere i contenuti dei quesiti referendari che inesorabilmente incorporano un solitario modello di fruizione. Siamo lo specchio dei nostri cellulari.

La seconda cosa che mi ha impressionato è quella di essere venuto a conoscenza che invece la propaganda fisica, ovvero l’affissione dei manifesti elettorali, è stata data in appalto a ditte esterne. Abbiamo forse dato in appalto la rivolta sociale? La mia mente è tornata un istante all’emozione che nutriva le nostre vite quando appena terminato di girare con il ciclostile i volantini del sindacato scendevamo giù dalle scale per incontrare i lavoratori che erano lì ad aspettarci. 

Dobbiamo ricominciare proprio da qui.

 

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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